BitCoin fine anno complicato
Il 2022 non è stato un anno facile per le criptovalute, e qualcuno inizia a sospettare che il loro futuro non sia particolarmente radioso.
Cosa succede?
Il Bitcoin è intorno a quota 17.000 dollari (16.917 il 26 dicembre), in un calo da inizio anno che è circa due terzi del suo valore reale, inoltre in questi giorni, l’ondata di freddo che ha colpito gli stati uniti, ha portato molti “minatori” di BitCoin a ridurre i loro consumi di energia e questo ha influito nella diminuzione della potenza di calcolo dedicata al BitCoin.
Il mercato speculativo delle criptovalute nell’anno appena trascorso ha risentito di un calo di fiducia da parte dei risparmiatori, incidono in tutto questo anche altri fattori macroeconomici, come l’inflazione l’inflazione e il conseguente aumento dei tassi di interesse che hanno reso le alternative più appetibili alle criptovalute e come se ciò non bastasse ci sono stati inoltre diversi casi eclatanti che hanno fatto preoccupare gli investitori e che hanno rivelato i punti deboli di diversi progetti come la stablecoin TerraUSD o piattaforme come FTX entrambe crollati. E le notizie sembrano non essere finite, considerato che anche la piattaforma Blockfi dopo la fine di FTX, è entrata anch’essa in crisi e che Kraken, la terza più grande piattaforma di criptovalute al mondo, ha annunciato che licenzierà circa il 30% dei suoi dipendenti a causa della significativa diminuzione del volume delle transazioni sulla piattaforma. Tutto ciò conferma il calare dell’entusiasmo attorno agli investimenti in crypto.
Esistono ancora degli ottimisti?
Pare comunque che molti continuano a investire nello sviluppo e nella creazione di progetti nello spazio crittografico. Uno dei più recenti è l’ingresso dell’app di messaggistica Telegram in questo spazio.
L’azienda sembra convinta che una delle cause dei recenti problemi del mercato sia stata l’eccessiva centralizzazione portata dalle piattaforme di criptovalute che fungono da banche e custodiscono criptovalute appartenenti ai clienti, una cosa che ha snaturato uno dei pilastri iniziali delle criptovalute, che era appunto il decentramento. Telegram, quindi, intenderebbe creare portafogli non custoditi e mercati decentralizzati, in questa maniera i criptoasset sarebbero interamente nelle mani degli utenti che potrebbero scambiarseli direttamente tra loro senza l’intermediazione di una piattaforma.