L’asse Salvini-Di Maio fa tremare i mercati?
Il tanto temuto asse anti europeista, formato da un’eventuale saldatura tra M5S e Lega, a detta di molti, potrebbe generare instabilità. L’elezione dei presidenti della Camera e del Senato ha rafforzato l’ipotesi di un Governo anti-establishment guidato da Lega e M5S. Cosa accadrà a Piazza Affari e allo spread BTP-Bund?
Il tandem Di Maio-Salvini vede meno Europa, più Russia e Stati Uniti. A destare le preoccupazioni di Francia e Germania, non c’è soltanto la comune richiesta di ridiscutere i principali trattati ma proprio la nuova visione del legame con la Russia. Entrambi i partiti, seppure in maniera diversa, hanno infatti guardato con interesse alla leadership ed alla figura di Vladimir Putin. Una propensione che lascia immaginare un approccio alla politica estera decisamente meno vincolato a quello dei partner europei, magari con l’ambizione di diventare l’elemento di connessione e coesione fra la Russia di Putin e gli Stati Uniti di Donald Trump.
Per ora il livello dello spread BTP-Bund non sembra risentire di questi scenari post elettorali. Il mercato ha una sua razionalità: tutti gli ultimi appuntamenti politici, anche quelli che si sono conclusi con esiti non proprio graditi ai mercati non hanno avuto impatti determinanti ed immediati. La pazienza dei mercati però potrebbe essere messa alla prova dal fattore tempo, di fronte ad un esito incerto con un parlamento che continua a non essere in grado di esprimere una maggioranza chiara a tempo indefinito.
Continuiamo a chiederci quanto ci vorrà per formare un governo e se saranno necessarie nuove elezioni. Alla Germania i mercati hanno lasciato un beneficio a tempo indefinito ma l’Italia, molto probabilmente, non potrà contare su tale benevolenza.
Secondo gli analisti di Unicredit, l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento evidenzia un’insolita apertura da parte del Movimento 5 Stelle mentre, al contempo, risulta evidente il ruolo preminente del leader della Lega, Matteo Salvini, soprattutto nel panorama del Centro Destra.
Al netto di questo vantaggio, Salvini sta comunque cercando di salvaguardare l’alleanza di centro-destra spingendola verso la trattativa col Movimento 5 Stelle. Il Presidente della Repubblica, Mattarella, dovrà necessariamente tenere conto di questi giochi di forza nel momento in cui si apriranno ufficialmente le consultazioni per la formazione del nuovo Governo, probabilmente il 3 aprile.
Barclays non esclude la prospettiva di un Governo che veda insieme Lega e Movimento 5 Stelle, nonostante la strada sia lastricata di ostacoli, trappole e possibili sabbie mobili. Tuttavia, visto che la Lega non avrebbe interesse ad interrompere l’alleanza con Forza Italia e Fratelli d’Italia, un vero e proprio accordo tra Lega e M5S risulta essere meno plausibile rispetto alla formazione di un Governo misto, composto da un eterogeneo mix di partiti tradizionali ed anti-establishment. Si prospetterebbe quindi un equilibrio incerto ed un Governo debole.
L’elvetica UBS segnala che il dialogo tra Movimento 5 Stelle e Lega potrebbe favorire un aumento della volatilità a Piazza Affari. Rischio riconducibile ai programmi delle due forze politiche in questione che potrebbero condizionare gli obiettivi di riduzione del debito dell’Italia. UBS riconosce che di recente i toni di entrambi i partiti si sono abbassati notevolmente ma gli analisti continuano ad essere scettici su qualsiasi scenario che implichi una riconsiderazione dell’appartenenza italiana all’Unione europea o all’Euro così come una revisione radicale delle priorità fiscali.
JP Morgan sembrerebbe confermare che se il nuovo Governo in Italia non si rivelerà una minaccia per lo status-quo in Europa, molto probabilmente porterà ad una riduzione del differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco. L’invito degli analisti però, riguardo allo spread BTP-Bund, è a mantenere un atteggiamento cauto, vista l’incertezza della situazione politica italiana.
L’Europa che verrà, che si dovrebbe sviluppare sulla base dello schema a due velocità , sotto la spinta di Germania e Francia, potrebbe vedere un’Italia costretta ad un ruolo se non proprio marginale, decisamente non di primo piano. Nella dichiarazione congiunta Macron e Merkel, di fronte alla valutazione dell’ipotesi di un accordo tra M5S e Lega sulla presidenza delle Camere, hanno sottolineato come l’Europa (reduce dal terremoto della Brexit) sia profondamente scossa dalle elezioni italiane che hanno visto trionfare posizioni estreme. I due leader hanno anche aggiunto che il risultato elettorale è stato sicuramente il risultato della lunga crisi economica e dall’assenza di risposte valide di fronte alla sfida dei migranti.
Luigi Di Maio ha subito sottolineato la propria disponibilità al dialogo coi partner europei: il M5S punta a restare nell’UE. Il portavoce della Merkel sottolinea come non vi siano pregiudizi da parte della Germania, bensì la volontà di prendere contatti con qualsiasi governo. Una disponibilità al dialogo che si è manifestata a Berlino all’indomani delle parole di rassicurazione Di Maio, che ha assicurato come l’uscita dall’Euro e dall’Unione Europea non siano in discussione. Resta la determinazione, però, a ridiscutere una serie di trattati con la volontà di rivedere i modelli considerati penalizzanti per l’Italia. Messaggi di distensione che Di Maio ha destinato anche a Macron già alla fine del Novembre 2017, quando scrisse una lettera al presidente francese, sottolineando come il Movimento 5 Stelle fosse ben lontano da certe formazioni xenofobe ed antagoniste presenti in Europa. Proponendosi non come un movimento destabilizzante ma democratico volto ad una rifondazione dell’Europa basata sulla ricerca di pace, stabilità sociale e progresso economico.
Ben diversa la posizione di Matteo Salvini, che forte del risultato elettorale, si è posto subito in modo polemico rispetto a Bruxelles dove vuole recarsi col suo Governo per “portare l’Italia al primo posto in Europa, che è quello che merita”. Questo il suo messaggio a Parigi e Berlino.
Finora Piazza Affari ha effettivamente mostrato una maggiore debolezza relativa rispetto agli altri mercati europei. Con il Ftse Mib penalizzato dalle vendite.
Diversi addetti ai lavori riconducono questa sottoperformance agli ultimi sviluppi sul fronte politico: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, con la scelta di un grillino nel primo caso e di un esponente del centro-destra nel secondo. Il Ftse Mib potrebbe continuare a vivere una fase di lateralizzazione, fermo restando che il mercato ha bisogno di nuova direzionalità. Siamo in fase laterale motivo per cui chi opera nel multiday deve attendere un’enfasi del mercato che al momento manca. Anche l’Eurostoxx50 e l’S&P500 sono in fase laterale e si trovano in un uno stato valutativo, in attesa di spunti che permettano di dare una certa direzione ai listini.
L’interruzione della lateralità in atto per il Ftse Mib dovrebbe avvenire con una uscita al ribasso dal trading range, probabilmente al ribasso.
Per quanto riguarda l’apertura di oggi possiamo segnalare un avvio positivo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib segna un +0,14% a 22.363 punti, mentre l’All Share registra un +0,16% a 24.597 punti.
Lo spread tra Btp e Bund tedesco a dieci anni apre stabile a 133 punti con un rendimento all’1,84%.