Forex di Primavera: i governi razionalizzano le tensioni geopolitiche ma resta il nervosismo
Al netto di un’importante riduzione delle tensioni geopolitiche, salgono i timori per la stretta sul settore tecno e le misure restrittive tra Stati Uniti e Cina in corso. Si temono brusche frenate alle acquisizioni in corso nel settore con un conseguente, inevitabile crollo. Gli investitori si sono diretti verso attività finanziarie più sicure, al fine di tutelarsi contro le turbolenze di mercato generate dalla guerra commerciale di Donald Trump contro la Cina ed il crollo del mercato azionario dei titoli hi-tech.
I dati economici recenti evidenziano un rallentamento della crescita e, nonostante le dichiarazioni ufficiali di varie Banche Centrali e Governi, e di un’inflazione sempre sotto pressione, assistiamo ad una stretta sugli short bond del mercato. Gli investitori sembrano credere in un prossimo rallentamento dell’economia americana, almeno osservando il comportamento della curva dei rendimenti treasury. Restano in rallentamento i consumi ed in rialzo i debiti. Evidente il calo delle attività industriali e manifatturiere. Tuttavia evidenziamo anche una nuova serie positiva per gli USA, con revisione al rialzo della crescita e rialzo nelle vendite degli immobili.
Calo dei timori sulla situazione della Nord Corea, con probabile prossimo summit con gli Stati Uniti, dopo quello organizzato tra Nord Corea e Cina. I valori rifugio alternativi, quali YEN, CHF, ORO cedono terreno a favore della GBP, aiutata anche dalle migliori prospettive sul fronte Brexit.
Cedono le commodity, in base a dati economici sotto le attese. Nell’ultima settimana le scorte di oro nero sono salite più del previsto, mentre hanno deluso quelle di benzina e distillati.
Un mercato quindi, dominato ancora dal nervosismo e spesso dalla necessità di proteggere posizioni long. Le recenti strategie di “attacco”(soprattutto mediatico) di Trump lo stanno conducendo verso alcuni accordi vantaggiosi: dal contratto con Sud Corea a quello con l’Arabia Saudita. Quella dei dazi commerciali però è una misura ritenuta eccessiva al suo stesso partito, che ha preso le distanze dal progetto su acciaio e alluminio dall’inizio.
Strategie e giochi di potere che, ovviamente, hanno un impatto più o meno diretto sulle valute.
Cedono CHF, YEN, SEK, NOK, AUD, NZD, CAD. Deboli anche TURK, LATAM, URSS. Meglio ZAR, CINA, INDIA, MAL, COREA, SING, HK, e CECO.
L’EURO attende gli effetti del protezionismo statunitense mentre è ancora impegnato a “combattere” gli effetti delle numerose instabilità interne: dalle tensioni latenti catalane all’incertezza della situazione politica italiana, passando per la perdita di consenso di Macron, l’immigrazione e la gestione dei debiti.
Per quanto riguarda la giornata di oggi l’euro è in rialzo sul dollaro: la moneta unica europea passa di mano a 1,2329 rispetto al valore di 1,2302 di ieri dopo la chiusura di Wall street.
Quotazioni del petrolio in rialzo sul mercato after hour di New York con i contratti sul greggio Wti con scadenza a maggio che guadagnano 38 centesimi a 64,76 dollari al barile. Anche il Brent sale di 38 centesimi 69,91 dollari. In un mese le quotazioni hanno guadagnato il 4,8%. Ad incidere le tensioni geopolitiche ma soprattutto l’ipotesi avanzata dal ministro del petrolio iracheno che alcuni membri Opec supportino un prolungamento dei tagli alla produzione fino a metà 2019.
Quotazioni dell’oro in lieve recupero sui mercati asiatici dopo il tonfo dell’1,5% registrato ieri in seguito all’annuncio della visita di Kim Jong Un a Pechino. Il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.327 dollari l’oncia (+0,2%).