Alla ricerca dell’investimento perfetto: vino e blockchain

Il mercato del vino è un mercato stabile e solido  e con il passare del tempo il vino aumenta mediamente di prezzo di circa il 10% ogni anno, con alcuni vini che toccato performance di oltre il 600% in 10 anni. Nel vino, inoltre, non si sono mai registrati crolli del mercato improvvisi, come invece succede ciclicamente in su quasi tutti i mercati.

Il prodotto entra nel mercato giovane (quindi a basso prezzo) e, con il tempo, aumenta il proprio pregio e la propria liquidità garantendone un incremento di prezzo e basso rischio per l’investitore. I numerosi track record provano questa tendenza dei vini e fanno notare che l’unico sforzo da fare riguarda la conservazione ottimale dell’asset.

Il vino è da anni la diversificazione di investimento preferita da molti investitori di alto livello: investire in vino non è solo uno status symbol ma un ottimo investimento. Nulla contro i metalli preziosi (che in questo momento rappresentano un’ottima forma d’investimento) ma ci sono vini che negli ultimi anni hanno sperimentato una crescita di valore del 160%!

Quello del vino però è un mercato atipico: come per molti mercati alternativi prima di lanciarsi in un investimento è bene conoscerne limiti e meccanismi. Capire se ciò che leggiamo è marketing e quanto è effettiva qualità. Per farlo è necessario conoscere additivi artificiali e processi di lavorazione e produzione, i diserbanti chimici, i vigneti di provenienza e  quante volte il vino ha cambiato mano per capire se c’è il rischio che abbia affrontato un passaggio in grado di alterarne la qualità. Altro grosso problema è rappresentato dal rischio di contraffazione, ormai presente a livello globale (basti pensare a Rudy Kurniawan, fortunato collezionista e venditore di vini rari ormai comprovato truffatore!).

Tanti dei vini più pregiati al mondo sono talmente costosi che non vengono quasi mai assaggiati, e sono veramente poche le persone in grado di autenticarne in modo univoco il valore. Un limite che potrebbe essere superato ora grazie alla blockchain, già utilizzata per tracciare la storia dei diamanti, arginando il mercato nero e le truffe. Dai diamanti al vino è stato un passo, ed Everledger e il suo Chai Wine Vault è oggi uno dei sistemi che ci permettono di leggere la carta d’identità digitale del vino che stiamo acquistando, con la possibilità di conoscere i metodi di preparazione e l’intero processo che lo ha portato nelle nostre mani, semplicemente con uno smartphone. La blockchain permette infatti di attestare le informazioni su una bottiglia di vino in modo univoco ed è impossibile da contraffare rappresentando un accesso sicuro ad un mercato estremamente interessante e redditizio, con una crescita delle vendite all’asta di circa il 22% ogni anno. I vini da investimento sono solo una piccola parte dei cosiddetti fine wine, ossia dei vini di qualità.

La differenza fondamentale tra un fine wine (un vino di qualità) ed un vino da investimento è che non tutti i vini di qualità sono da investimento. Numerosi vini che possono costare anche intorno ai €100 a bottiglia possono non essere buoni investimenti. Vale però il contrario: i vini da investimento sono sempre fine wine di grande pregio e qualità. Il vino da investimento è un vino di altissima qualità che esprime caratteristiche di una zona di origine delimitata, delle varietà di uva con cui è prodotto in una determinata annata. Inoltre le bottiglie devono essere prodotte in quantità limitata e maturare per lungo tempo. Devono anche ottenere punteggi alti dai più quotati critici internazionali.

E’ molto importante che i vini da investimento possano dimostrare una liquidità del mercato con track record di prezzo e performance nel mercato. Può darti rendimenti da vero e proprio prodotto finanziario ma, essendo un bene deteriorabile, ha un enorme vantaggio: non ha tasse sul capital gain.