I grandi del trading: Michael Marcus
Michael Marcus iniziò la sua carriera nel mondo borsistico come analista finanziario presso una nota brokerage house statunitense: anche lui, come molti altri, dopo un breve periodo decise di divenire un gestore professionista. La sua nuova carriera iniziò presso una compagnia specializzata nella gestione di patrimoni di terzi sui mercati azionari e delle materie prime.
Come per molti altri grandi trader, il suo inizio nel settore borsistico non è sicuramente stato dei più entusiasmanti. Tuttavia divenne ben presto il miglior gestore del gruppo portando il capitale affidatogli a crescere di ben 2500 volte in circa dieci anni. Come vi sarete forse resi conto, la maggior parte dei grandi gestori odierni ha iniziato la propria carriera con perdite, spesso consistenti, che però hanno permesso loro di fare un vero salto di qualità e maturare un forte senso della disciplina. Marcus attraversò infatti nei primissimi tempi un periodo di crisi simile a quello vissuto da Brace Kovner convincendosi a cercare un’occupazione ben distante dal campo borsistico. Il destino però aveva altro in serbo per lui e ben presto venne assunto come analista finanziario presso la Reynolds Securities, con l’espresso divieto, in qualità di analista, di operare direttamente in Borsa. Nonostante il divieto però non riuscì a resistere e continuò a perdere gran parte del capitale, finendo in uno stato di depressione vera e propria.
La svolta avvenne con l’incontro con Ed Seykota, che lo aiutò a cogliere l’essenza stessa della gestione, e riuscì anche a fargli comprendere l’esatto significato della parola pazienza e l’importanza di non chiudere mai una posizione se il trend è ancora in atto.
Essendo Marcus un discepolo di Seykota, è chiaro che la sua operatività riflette completamente quella del suo maestro: Marcus è un “trend follower” e basa la sua gestione sull’analisi tecnica. Tuttavia nella sua gestione contano anche altri elementi nella sua gestione e ritiene che il vero segreto di una strategia consiste nel ridurre al minimo il numero delle operazioni.
Dalla storia personale e professionale di Michael Marcus possiamo imparare che non bisogna lasciarsi demoralizzare da qualche, peraltro inevitabile, insuccesso. E che, qualunque cosa accada, è sempre intelligente operare in tendenza. Una teoria che in Italia ancora pochissimi seguono.