Investimenti alternativi: sconosciuti e rischiosi?

Non solo finanza e immobili nel portafogli: vi sono molti strumenti alternativi selezionati per ottimizzare il rapporto rischio/rendimento ed ottenere rendimenti positivi indipendentemente dall’andamento dei mercati. Sotto l’etichetta di “investimenti alternativi” si nasconde un universo di investimenti per i quali non esiste una definizione univoca e che scontano premi per il rischio elevati e, molto spesso, un premio per l’illiquidità.

I cosiddetti investimenti alternativi comprendono: venture capital, private equity, hedge fund, fondi comuni di investimento immobiliare, materie prime ma anche beni reali (monete rare, vino, arte). Insomma una molteplicità di attività spesso difficili da valutare e che generalmente presentano meno liquidità rispetto agli investimenti tradizionali. Questi investimenti non seguono un benchmark, hanno un potenziale di rendimento alto ma presentano un elevato grado di rischio.  La loro clientela tipo è rappresentata da investitori istituzionali e privati molto ricchi.

Gli investimenti alternativi possono supportare la costruzione di un portafoglio d’investimento diversificato e quindi maggiormente redditizio: gli investitori con portafogli molto consistenti non possono non prenderli in considerazione.

Tra gli investimenti alternativi, i più conosciuti sono gli hedge fund ma anche i fondi immobiliari, le materie prime, il venture capital, i famigerati prodotti strutturati.

Tuttavia i più scelti restano i seguenti:

  • Hedge fund: non esiste una definizione univoca ma sappiate che si tratta di fondi comuni di investimento (prevalentemente statunitensi) che utilizzano particolari strategie di copertura ed una normativa piuttosto elastica. Sono liberi nella scelta della tipologia di investimento sul quale dedicarsi ed in grado di generare, ove la gestione risulti efficiente, un rendimento molto consistente. A tale opportunità è ovviamente legata una gestione notevolmente rischiosa di capitali In Italia i fondi speculativi sono stati disciplinati dal Ministero del Tesoro e dalla Banca d’Italia ma restano una forma molto rischiosa d’investimento.
  • Private equity fund: un fondo comune che investe in piccole-medie imprese per sostenerne lo sviluppo durante periodi critici del loro ciclo di vita (acquisizioni aziendali, passaggi generazionali ecc.)
  • Venture capital fund: un fondo comune specializzato in investimenti in piccole-medie imprese, con elevato potenziale di sviluppo e che si trovano in fase di start-up.

Sono necessarie una serie di considerazioni qualitative e quantitative prima di determinare la percentuale d’investimenti alternativi da allocare nel proprio portafoglio. Ecco di seguito i principali criteri di valutazione degli investimenti alternativi:

1) Professionalità ed esperienza dell’investment manager al quale ci si affida

2) Considerazioni sulla liquidità

3) Grado di volatilità ed incertezza dei rendimenti

4) Grado di indebitamento e meccanismi di controllo del rischio

5) Caratteristiche e timing dei pagamenti degli utili

6) Trattamento in caso di perdita

7) Considerazione sulla frequenza e chiarezza dei prospetti informativi della performance

8) Considerazioni sulle commissioni percepite

9) Partecipazione con capitali propri dei manager all’investimento

10) Monitoring dell’attività dei manager attraverso rappresentanti negli organi decisionali