Brexit, articolo 50: cosa succede ora

Tra i market mover più attesi della settimana c’è l’attivazione dell’articolo 50 da parte di Theresa May: si tratta del passaggio che di fatto aprirà formalmente la Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La domanda inevitabile è: cosa succede ora con la Brexit? Abbiamo provato a ipotizzare tutto ciò che potrà accadere con la Brexit, sancita dal referendum dello scorso 23 giugno. Dopo nove mesi di discussioni e previsioni, ora si entra davvero nel vivo e quelle che erano finora soltanto ipotesi diventeranno cose concrete. Quando la May formalizzerà l’attivazione dell’articolo 50, mercoledì 29 marzo, per l’Europa e il Regno Unito nulla sarà più come prima.
Una volta attivazione l’articolo 50, si apriranno i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: due gli anni di tempo per mettere a punto tutti gli accordi per la exit strategy. Governo europeo e britannico saranno chiamati a trattare su molteplici aspetti: si dovranno in pratica scrivere i punti fondamentali delle nuove relazioni economiche tra le due parti. Obiettivo dell’Europa è andare a step: prima le modalità di uscita del Regno Unito, poi la trattativa sui circa sessanta milioni che dovrebbero essere versati all’Ue. Dall’altro lato, invece, si spinge per una discussione collettiva. Le strade possibili a questo punto sono due: una soft Brexit (quella che al momento sembra la più probabile) e una hard Brexit. La prima prevede la possibilità da parte del Regno Unito di restare legato in qualche modo al mercato unito e alle Istituzioni continentali; nel secondo caso, invece, la separazione sarà netta. Le parti potrebbero anche essere d’accordo nel prolungare il negoziato oltre i due anni, come previsto peraltro dall’articolo 50.
Ad ogni modo al termine dei negoziati si dovrà arrivare ad un proposta che il Consiglio Europeo presenterà al Regno Unito che potrà accettarla o respingerla. Se non dovesse esserci nessuna intesa, per l’uscita del Regno Unito dalla Ue si prenderanno come valide le disposizione dell’OMC, non certo un’ipotesi positiva per i britannici. Da ricordare che durante i negoziati per la Brexit, il Regno Unito non avrà più potere decisionale nella Ue ma dovrà comunque rispettarne le normative.