Dollaro, chiudere i long: ecco perché
Niente investimenti long sul dollaro: questo è il suggerimento di Goldman Sachs che elenca anche tre fattori che consigliano di non puntare sul rialzo della moneta americana. In particolare Goldman ha annunciato di aver chiuso due posizionamenti long sul dollaro prevedendo una fase di debolezza del biglietto verde.
Nonostante, si legge nella nota della Goldman Sachs, ci sono ancora una serie di fattori che fanno pensare a una tendenza rialzista, “un certo numero di principi fondamentali sono cambiati, in modo tale che il consiglio long sul dollaro non si garantisce più un posto tra i nostri ’Top Trades’”. Ma quali sono questi fattori?
Il primo fa riferimento all’economia mondiale che presenta un andamento migliore delle attese: l’economia a livello mondiale sta mostrando una tendenza alla crescita e questo porta ad una riduzione della migliori prestazioni dell’economia americana. Dopo le elezioni statunitense, evidenza la banca d’affari, la crescita a stelle e strisce è stata inferiore a quella di altre economie, come ad esempio Euro e Regno Unito. Inoltre c’è maggior incertezza sulla crescita Usa dopo le stime del primo trimestre.
A complicare le cose per il dollaro ci ha pensato poi il presidente Donald Trump con le sue parole su un’eccessiva forza del biglietto verde. “Il dollaro sta diventando troppo forte e questo è un male”, le dichiarazioni al Wall Street Journal del numero uno della Casa Bianca. Frasi che hanno fatto scendere l’indice del dollaro (misura della forza della moneta americana nei confronti di altre valute).
Infine, ci sono da considerare le mosse della Fed che paiono essere meno aggressive di quelle attese. Non sembra, secondo Golden Sachs, che i membri della Fed abbiano intenzione di accelerare i tempi della propria strategia. Nell’anno in corso si prevedono due rialzi dei tassi (giugno e settembre) seguiti da una normalizzazione negli ultimi tre mesi del 2017.