Come e perché il Dollaro potrebbe ancora rialzarsi

Recentemente il Presidente Trump ha aperto un nuovo fronte nella  guerra fredda delle valute, lamentandosi del fatto che un dollaro forte svantaggi pesantemente gli Stati Uniti mentre Europa e Cina stiano artificialmente manipolando le loro valute per mantenere i tassi d’interesse bassi.

Trump ha anche criticato l’operato della FED che ha inasprito la politica monetaria, danneggiando (a suo avviso) tutti i risultati finora raggiunti dalla sua amministrazione. Molti analisti si chiedono se stiamo quindi per assistere alla chiusura della fase di apprezzamento della valuta per lasciare il campo ad una nuova fase di debolezza.

E’ ovvio che, date le premesse, non si possa certo escludere un nuovo trend ribassista del dollaro. Ne è una dimostrazione il deprezzamento subito nell’arco dell’ultimo anno e la recente reazione alle dichiarazioni del Presidente. Una situazione dovuta alla sensibilità dei mercati di fronte alle dichiarazioni dell’amministrazione Trump: un semplice tweet del Presidente può rapidamente dare il via ad un trend in grado di influenzare i tassi di cambio.

Tuttavia, sono almeno cinque i possibili fattori a sostegno di un ulteriore apprezzamento del dollaro:

  1. A differenza di quanto accaduto nei primi mesi del 2017, quando i commenti di Trump avevano spinto il dollaro a ribasso, oggi la valuta non appare particolarmente forte. Malgrado un apprezzamento di circa il 6% da Febbraio, il dollar index (DXY) si mantiene ancora più basso rispetto al picco raggiunto nel Dicembre 2016.
  2. L’apprezzamento dello scorso anno è stato largamente influenzato dal fatto che le economie mondiali si siano di fatto messe all’inseguimento degli Stati Uniti in termini di crescita. Quest’anno, i tassi di crescita sono molto eterogenei a livello globale. Mentre gli USA continuano a registrare una crescita solida, l’economia cinese mostra segni di rallentamento e quella europea è alla ricerca di una nuova stabilità dopo il calo sperimentato.
  3. L’indipendenza della Federal Reserve può essere revocata solo attraverso un atto del Congresso, quindi con ogni probabilità la sua politica rimarrà indifferente agli attacchi di Trump e seguirà i programmi già definiti. E’ quindi probabile che il differenziale esistente tra i tassi d’interesse USA e quelli delle altre economie sviluppate si allarghi ulteriormente, supportando di fatto un ulteriore rafforzamento del dollaro.
  4. E’ probabile che la Cina continui ad immettere liquidità nel sistema nel tentativo di rendere più graduale il processo di deleveraging sostenendo la propria economia. Una mossa che fa presagire un’ulteriore pressione a ribasso sul cambio Yuan/Dollaro. Anche se le autorità cinesi vorranno probabilmente evitare un deprezzamento brusco delle valute (che potrebbe complicare ulteriormente i rapporti con l’amministrazione Trump) un ulteriore deprezzamento dello yuan è comunque atteso.
  5. Le tensioni commerciali tra USA e resto del mondo proseguiranno almeno fino alle elezioni di mid-term. I sondaggi affermano che la dura retorica del presidente Trump è molto popolare, soprattutto nella base repubblicana. Le minacce di tariffe sulle importazioni dalla Cina e di dazi su tutte le auto e le componenti importate sono reali e probabilmente porteranno con sé una maggiore volatilità nei mercati finanziari. Tuttavia sappiamo bene che, se davvero dovesse delinearsi una guerra commerciale, non vi sarebbe alcun vincitore. Semplicemente gli Stati Uniti rischiano di perdere meno rispetto ai paesi con grandi eccedenze commerciali, che dovrebbero anche sostenere il dollaro.