Prestiti per cattivi pagatori e protestati: il prestito cambializzato

Nel caso in cui non vengano rispettati i tempi di pagamento di un finanziamento rateizzato, quale che sia la sua natura, la posizione di debitore può divenire:

  1. cattivo pagatore: se non si pagano una o più rate entro la scadenza prevista e si viene iscritti a tempo determinato nel database della CRIF
  2. protestato: se non si onora un qualsiasi tipo di debito ed il proprio storico creditizio viene inserito nel Registro Informatico dei Protestati

Considerando che, qualora il soggetto inadempiente decida di chiedere un nuovo prestito, entrambi i registri possono essere consultati dagli istituti di credito, le possibilità di ottenerne uno diminuiscono drasticamente.  Tuttavia molte banche e società finanziarie prevedono diverse soluzioni di finanziamento per chi ha subito un protesto. Le più comuni sono:

Cessione del quinto, grazie alla quale un dipendente o un pensionato possono cedere un quinto della propria busta paga o pensione

Prestito Delega, che può essere richiesto in aggiunta alla cessione del quinto ma per il quale è necessaria l’autorizzazione del datore di lavoro

Prestito cambializzato, richiedibile da chiunque a patto che si possa offrire come garanzia il pignoramento di beni

Il nome del soggetto che si è trovato a non riuscire a pagare con regolarità le rate del proprio finanziamento viene segnalato alla Centrale Rischi, sistema gestito da Banca d’Italia, che permette di ricostruire la storia creditizia di ogni singolo cliente. Il nome rimane nelle liste per un periodo variabile da caso a caso e ciò comporta tutta una serie di limitazioni. Di norma infatti in questi casi avere la possibilità di accedere a soluzioni di credito tradizionali risulta essere particolarmente difficile pertanto banche e finanziarie hanno messo a punto dei prodotti specifici di prestito per far fronte a queste situazioni. Per ognuno di questi, ed in particolar modo per il finanziamento cambializzato, la figura di un garante che funga da soggetto fideiussore è gradita o obbligatoria, perché è su di questa che l’ente erogante potrà rifarsi in caso di insolvenza del debitore.

La forma più comune e pratica di rimborso di un prestito è l’addebito diretto delle rate in conto corrente bancario ma non è l’unica soluzione a disposizione. Esistono, a determinate condizioni, delle alternative per chi non dispone di un conto corrente o non lo può utilizzare. Oltre al pagamento delle rate tramite bollettini postali, il debitore può ricorrere a prestiti cambializzati, utilizzando le cambiali.

Le cambiali emesse per un prestito vanno compilate, firmate e completate con la marca da bollo nei tempi stabiliti e richiedono una certa attenzione nel loro utilizzo, perché non onorarle potrebbe portare rapidamente a procedimenti legali, al pignoramento dei beni ed all’inserimento del nome del debitore tra i protestati. I prestiti cambializzati offrono una garanzia in più per la banca, rappresentata proprio dal potere esercitato e dalla possibilità di ottenere rapidamente quanto dovuto in caso di insolvenza, perciò sono adatti anche a chi non ha sufficienti garanzie per ottenere un prestito tradizionale.

Per rimborsare un prestito tramite cambiali sarà necessario avere l’approvazione della banca e presentare un documento attestante il reddito e copia del documento di Trattamento di Fine Rapporto se si è un lavoratore dipendente. Il TFR maturato, infatti, servirà alla banca da garanzia in caso di ritardato o mancato pagamento. Chi non ha il TFR dovrà fornire altre garanzie, la soluzione più comune è trovare una persona che si impegni a fare da garante intervenendo in caso di eventuali problemi. Quanto alla flessibilità del rimborso molto dipende dagli accordi tra le parti, perché la scadenza della cambiale può essere anche, in alcuni casi, posticipata. La rata di un prestito cambializzato è generalmente fissa ed i costi accessori potrebbero essere più alti per via del particolare iter di pagamento.