Previsioni Petrolio dopo l’attacco Usa in Siria
Quali sono le previsioni dopo l’attacco Usa in Siria? Come reagirà il mercato del petrolio al blitz deciso da Trump che non ha certo migliorato i rapporti con l’atra grande potenza mondiale, la Russia? La prima reazione del mercato del greggio è stata quella prevista con una tendenza al rialzo, spinte dai compratori, che però sono durate meno del previsto. In realtà già in precedenza il prezzo del petrolio sta attraversando un periodo di crescita, tanto da toccare i massimi da un mese. Dopo la notizia dell’attacco Usa questa tendenza si è rafforzata: così il Brent ha superato i 56 dollari, mente il Wti è quasi arrivato a 53 dollari al barile. Non un aumento sostanziale, parliamo infatti di un rialzo di circa un punto percentuale.
Le previsioni non danno molto importanza all’attacco in Siria e il motivo è abbastanza semplice: la Siria, infatti, anche se un tempo produceva 600mila barili di greggio ogni giorni, ad oggi è fuori dai mercati. Inoltre, l’attacco è stato di breve durata e quindi i mercati hanno reagito in maniera blanda.
Quindi anche se il Medio Oriente è da sempre sinonimo di turbolenze per il mercato delle materie prime, una serie di fattori ha fatto sì che non ci fosse uno shock per il prezzo del petrolio. Almeno per il momento. La guardia, infatti, va tenuta sempre alta, anche perché è ancora in piedi la possibilità che il conflitto si allarghi e in questo senza il coinvolgimento di paesi più importanti dal punto di vista petrolifero, come Arabia Saudita e Iran, potrebbero portare a turbolenze. Ad ogni modo, vista al crisi in Siria e l’attuale momento politico, una strategia giusta potrebbe essere quello di un’attesa vigili, per capire come evolverà il conflitto: resterà limitato all’attacco che già c’è stato o si allargherà a mercati che potrebbero causare effetti negativi sul greggio?