Mercati Alternativi: Cannabis light e Marijuana index

Dal primo gennaio 2018 anche in California l’uso della marijuana è consentito per tutti gli scopi, da quelli medici a quelli ricreativi. Negli USA salgono così ad otto gli Stati dove sono state abolite le restrizioni all’uso della cannabis. A febbraio, in Italia, il Ministero della Salute aveva chiesto un parere al Consiglio Superiore della Sanità che, malgrado le aspettative, si è espresso negativamente sulla base della potenziale pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa.  Saranno quindi valutate misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti al fine di tutelare la salute dei cittadini dagli effetti psicotropi che la sostanza può produrre nel breve e nel lungo termine, dato che non sarebbero ben chiari i rischi dell’assunzione di cannabis in concomitanza con altre patologie o con altri medicinali.

Il business, nel frattempo era diventato un concreto orizzonte per la situazione economica ed occupazionale nazionale, spopolando non solo dal punto di vista delle vendite ma anche della coltivazione. Soprattutto lungo la Pianura Padana e negli Appennini si stava riscontrando un aumento delle piantagioni di canapa. Una decisione, quella del CSS, arrivata proprio quando il Canada aveva legalizzato la marijuana ricreativa (in Canada l’uso della cannabis per uso terapeutico è legalizzato da tempo) seguito dallo stato di New York.

Molti investitori hanno da tempo fiutato il business della cannabis, un mercato stimato di oltre 6 miliardi di dollari che dovrebbe espandersi fino ad almeno 50 miliardi di dollari entro il 2026. In Borsa le azioni che rappresentano i principali  produttori di cannabis del Nord America vengono ormai seguite con attenzione dagli investitori:  Canopy Growth, Aurora Cannabis e Aphria Inc. nell’ultimo anno sono salite alla Borsa di Toronto di oltre il 300%. Numerose sono anche le celebrità che hanno investito nel business della marijuana legale, dall’attrice Whoopi Goldberg al rapper Snoop Dogg.

Dal gennaio del 2015 è stato anche creato il Marijuana Index, un indice di Borsa  che segue l’andamento di alcune azioni americane e canadesi rappresentative del settore, ovvero azioni con una capitalizzazione di almeno 10 milioni di dollari ed un prezzo superiore ai 10 centesimi.

Negli Stati Uniti stanno nascendo nuovissime startup legate alla produzione e commercializzazione di marijuana ed ormai sono sempre più numerosi gli operatori finanziari che sostengono che il mercato della cannabis è il nuovo settore sul quale investire. Steven Hawkins, presidente di Horizon Etf, ha lanciato un fondo di investimento specializzato sulle aziende del settore, l’Horizon Marijuana Life Science Etf, che negli ultimi tre mesi del 2017 ha realizzato una performance del 113% e ha iniziato il 2018 in modo altrettanto positivo. In questi anni c’è stato un fiorire di quotazioni azionarie di società che operano nel business della cannabis terapeutica ma anche ricreativa. Il valore di mercato delle società del settore farmaceutico che vendono o sviluppano farmaci a base di derivati della cannabis è pari a 3,3 miliardi di dollari. Solo le azioni della GW Pharmaceuticals, società britannica che produce il Sativex (primo farmaco a base di cannabis ad essere stato autorizzato in Italia ed impiegato per la cura dei disturbi spastici legati alla sclerosi multipla) hanno registrato negli ultimi 10 anni un rialzo del 581%!

La decisione di diversi Paesi di ridurre le restrizioni legali all’utilizzo della marijuana a scopi terapeutici e ricreativi ha fatto nascere in questi anni una fiorente industria. Sull’opportunità di legalizzare l’uso ricreativo della marijuana il dibattito resta acceso. Ma la creazione di questo nuovo business, precedentemente appannaggio esclusivo della criminalità organizzata a livello internazionale, ha rappresentato una novità molto interessante per la Borsa. C’è comunque il rischio che le aspettative sul settore e sulle sue prospettive di crescita possano comunque rivelarsi eccessive. Già negli USA il caos giuridico, tra leggi statali ed una legislazione federale saldamente proibizionista, è enorme: si apre uno scenario di ricorsi e controricorsi in grado di rendere l’orizzonte molto incerto. Anche in Italia, in mancanza di un quadro normativo chiaro, il giro d’affari da 44 milioni l’anno e circa 1000 posti di lavoro prospettato sembra aver subito una netta battuta d’arresto. A nulla sono valse, per il momento, le rosee prospettive sulla tassazione: la filiera produttiva, quasi totalmente italiana, faceva infatti prevedere all’erario una tassazione minima annua attorno ai 6 milioni di euro.

Per chi è interessato al business gli strumenti finanziari non mancano anche se, almeno per ora, il consiglio più frequente è quello di adottare un atteggiamento prudente: vi sono infatti molte società, essenzialmente speculative, che rischiano di scomparire velocemente, lasciando delusi i potenziali investitori.

GW Pharmaceuticals è l’unica società del settore che capitalizza più di un miliardo di dollari. Seguono a larga distanza altre farmaceutiche quotate in genere al Nasdaq o alla Borsa di Toronton ed una giungla di piccole e piccolissime società quotate su mercati non regolamentati. Si tratta per lo più di aziende che si dedicano al nuovo mercato della cannabis ludica. Per queste aziende i mercati azionari non regolamentati sono spesso l’unico canale di finanziamento: le banche difficilmente danno credito a chi opera in un campo considerato dagli investitori legali ancora non del tutto legale.

Ad ogni modo, fare finta di niente non risolverà la questione della cannabis in Italia. Poiché il mercato della cannabis fa parte dell’economia sommersa, è molto difficile studiare il fenomeno ma inquadrarne la dimensione permetterebbe anche di realizzare una previsione delle conseguenti entrate fiscali. Purtroppo, stimare la variazione della domanda è estremamente complesso per via dei numerosi fattori da considerare. Le stime sulle entrate fiscali infatti dipendono anche dal livello di tassazione che si deciderebbe di applicare. La risposta dei consumatori ai prezzi che risulteranno fissati influenzerà ulteriormente il consumo.