Bitcoin: nuovo bene rifugio?
Il bene rifugio più conosciuto è senza dubbio l’oro (insieme al petrolio ed ai diamanti) ed il motivo per il quale le persone puntano sull’oro nei momenti di crisi è perché il suo valore è distinto dalla moneta che vi si appoggia. Il Bitcoin viene sempre più spesso comparato all’oro come strumento finanziario per diverse ragioni e le somiglianze tra questi due asset non sono una coincidenza. Entrambi non vengono emessi o controllati dai governi e sono oggetto di negoziazione a livello internazionale. L’offerta è limitata, il che li rende meno influenzabili rispetto alle valute.
Satoshi Nakamoto, il creatore del Bitcoin, ha infatti preso le caratteristiche che rendono prezioso l’oro e le ha trasformate in un concetto digitale: i creatori dei bitcoin vengono infatti definiti “minatori”. Il Bitcoin nasce quindi con la volontà di creare una forma di investimento molto simile all’oro ma più efficiente: più facile da trasportare e divisibile, in modo che possa essere utilizzato anche per gestire piccole transazioni. La moneta virtuale nasce proprio con lo scopo di sostituire il vigente sistema di online banking con un software open source autonomo riducendo fino ad eliminare lo strapotere delle banche e degli intermediari finanziari.
La moneta virtuale continua oggi il suo trend positivo (nonostante le oscillazioni) mentre l’oro vede il proprio prezzo in calo rispetto alle principali valute e adesso la ricerca “buy bitcoin” ha scavalcato “buy gold” nei trend di Google.
La moneta elettronica è diventata quindi un nuovo bene rifugio? Di certo si tratta di un investimento interessante ma attenzione perché il confronto tra bitcoin ed oro è da prendere con cautela. Le valute digitali in assenza di elettricità perdono valore mentre l’oro è un bene fisico ed il suo valore non viene intaccato né da hacker né da un eventuale collasso della rete. Secondo alcuni studi, inoltre, il boom del bitcoin sarebbe frutto di una bolla speculativa destinata a scoppiare. Tuttavia l’iniziale sfiducia verso le cryptovalute (dovuta soprattutto alla vicinanza di ambienti criminali) sta venendo meno e questo strumento innovativo oggi appare sempre più un nvestimento sicuro. Questo soprattutto alla luce del fatto che la struttura è indipendente da qualsiasi ente di controllo centrale e provvede autonomamente alla creazione di nuova moneta grazie ad algoritmi e limiti calcolati per contenere l’inflazione. La rete garantisce non solo transazioni immediate, commissioni minime o nulle e totale anonimato, ma anche un livello di sicurezza tra i più all’avanguardia in assoluto grazie alla tecnologia Blockchain che, come in una catena, permette che ad ogni passaggio le transazioni contenute nel blocco vengano controllate e convalidate nuovamente. Una tecnologia che ha permesso alle cryptovalute di crescere esponenzialmente in borsa (in alcuni casi del 300%) e che secondo molti rappresenta il futuro degli scambi on line.
Il 2017 è stato un anno complicato: siamo in crisi da anni e, come se non bastasse, il timore di una nuova guerra fa tremare i mercati finanziari. Sembra quindi che al momento le cryptovalute rappresentino uno tra i migliori investimenti possibili. Tuttavia gli acquirenti di oro restano superiori ai venditori, segno che la domanda è ancora viva e che, soprattutto, chi possiede oro non è disposto a cederlo. Inoltre l’oro è indistruttibile mentre il bitcoin tra qualche anno potrebbe trovarsi a dover fronteggiare rischi di hackeraggio. Sicuramente il bitcoin risente meno delle crisi geopolitiche ma resta un bene soggetto ad alta volatilità. In sostanza, ognuna di queste caratteristiche rende il Bitcoin un investimento interessante ma non di certo non un bene rifugio.