Lotta agli operatori abusivi: l’articolo 7 octies del Tuf e la “black list” dei soggetti non autorizzati
L’entrata in vigore dell’articolo 7 octies del Tuf ha offerto alla Consob un nuovo strumento nel contrasto agli abusivi che operano via internet. Oltre alla possibilità di rendere pubblica la circostanza che il soggetto non sia autorizzato vi è infatti anche quella di ordinare al soggetto di porre termine alla violazione. Diversi gli operatori che hanno subìto l’intervento dell’Authority dall’entrata in vigore della norma (1 gennaio 2018) al 30 giugno 2018. In svariati casi è possibile notare che si tratta di società (e relativi siti web) che avevano già subìto l’ordine della Consob di sospendere l’attività, e che dopo pochissimo tempo si sono riproposte ai risparmiatori con nomi diversi (anche solo parzialmente!). Si tratta, per la maggior parte, di società che sino a qualche anno fa si trovavano a Malta o Cipro, mentre ora sono quasi tutti in Paesi “off shore” (Isole Marshall, Seychelles, Vanuatu, Isole Grenadine ecc. ma anche Estonia, Repubblica Dominicana e Bulgaria).
La Consob ha reso nota una “black list” degli abusivi, in cui sono contenuti tutti gli ordini di cessazione dell’operatività emessi dal 1° gennaio al 30 giugno 2018 nei confronti degli operatori non abilitati. Molti gli operatori non autorizzati che operavano nel mercato Forex ma anche nel trading di materie prime,azioni, opzioni binarie, forex cfd, indici e criptovalute. Il nostro invito, come sempre, è a porre massima attenzione ai siti pirata: i pericoli, per chi fa trading, sono all’ordine del giorno.
La Consob si è spesa senza timore nella lotta all’abusivismo sul web colpendo in modo selettivo gli operatori borderline. Ma i dati ci mostrano un fenomeno in preoccupante espansione: gli operatori fraudolenti sono in aumento. Utilizzano piattaforme web per convincere gli investitori a puntare il proprio denaro su opzioni binarie (oggi vietate in UE), Cfd (contracts for difference), trading su valute ma anche metalli preziosi e criptovalute. Nessun asset è sicuro: per ogni mercato vi sono truffatori ma anche operatori onesti ed autorizzati. I numeri dell’Authority parlano chiaro: a fronte di 167 interventi effettuati nel 2017, nel 2018, in metà del tempo (ovvero entro il 30 giugno), si è arrivati a ben 183 interventi. Tra questi ben 71 ordini di cessazione, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare. Spesso si tratta di società che vengono costituite e poi cancellate molto velocemente, spesso hanno nomi o ragioni sociali nei quali si ritrova la lettera “X” (da Forex).
L’articolo 7 opties del Tuf (norma inserita nel 2018) dice che, al fine di contrastare l’abusivismo, la Consob ha il potere sia di rendere pubblica (anche in via cautelare) la circostanza che il soggetto non è autorizzato allo svolgimento delle attività e servizi di investimento tramite internet (per questo vi consigliamo sempre di verificare l’affidabilità degli operatori di settore) e, soprattutto, di ordinare di porre termine alla violazione ordinando la cessazione immediata degli abusivismi sia su internet sia attraverso le fastidiose telefonate da parte di sedicenti consulenti che lavorano in call center basati in Romania o Albania.
Le stringenti normative UE hanno convinto molti di questi operatori abusivi ad abbandonare Malta e Cipro e trasferire la loro attività in località meno raggiungibili dalle autorità di settore: dalla gettonatissima Oceania (Marshall Island, Repubblica delle Vanuatu) a Saint Vincent des Grenadines (Bermuda).
Più complessa la procedura di oscuramento dei siti che richiederebbe l’adozione di norme specifiche. Una pericolosa variante di queste modalità di investimento è quella “mista” che vede all’investimento online l’affiancamento da parte di una rete di consulenti e procacciatori sparsi sul territorio. È stato il caso della Ibs Forex di Como che, proprio grazie a questo sofisticato modello fraudolento, è riuscita nel 2011 a spostare circa quaranta milioni di euro prima di essere bloccata dalla Guardia di Finanza. Il rischio per i risparmiatori è elevatissimo e l’inafferrabilità giuridica di molti di questi soggetti rende tutto più semplice. Importante, quindi, lavorare correttamente sulla prevenzione delle frodi.