Post Covid: investire tra opportunità e rischi

Purtroppo è evidente a tutti quanto le finanze italiane stiano soffrendo nel post Covid. Questo a causa sia della riduzione del PIL (determinata dal lockdown) sia dell’incremento del debito per la realizzazione delle iniziative di supporto all’economia. Sono tanti e seri gli interrogativi che gravano sulla sostenibilità del debito italiano nel prossimo futuro. E’ quindi ovvio che questa fase di riavvio non mancano i rischi per gli investitori. Ma ovunque si trovi un rischio c’è anche un’opportunità. Più grande è il rischio, solitamente, maggiore sarà l’opportunità.

L’allentamento delle misure restrittive introdotte per fronteggiare il nuovo coronavirus ha permesso a molte attività di ripartire, anche se timidamente, ed è chiaro come sia ancora lontano il giorno nel quale potremo dichiararci veramente fuori da questa pandemia.

Elementi positivi del post Covid 19

Sono numerosi gli analisti che sottolineano come il covid-19 abbia avuto il merito di aver accelerato numerosi processi dagli effetti potenzialmente rivoluzionari e, ovviamente, positivi.

Post Covid e digitalizzazione “forzata”

In primo luogo, è sotto agli occhi di tutti come il lockdown, abbia spinto sia il settore privato sia il pubblico verso una digitalizzazione che possiamo definire “forzata”. Questa situazione ha contribuito a ridurre il gap tecnologico tra le varie generazioni e si configura come l’occasione (che molti auspicavano) per snellire molte procedure burocratiche che danneggiano la produttività del Paese.  

La diffusione del telelavoro

Un altro elemento che possiamo considerare positivamente è la diffusione del telelavoro. Quello che in molti abbiamo erroneamente chiamato “smart working”. Telelavoro e smart working, infatti, non sono la stessa cosa. Tra queste due tipologie di lavoro ci sono differenze sostanziali.

Lo “smart working”, si sviluppa a partire dal “telelavoro” con l’obiettivo di risparmiare sui costi ed aumentare la produttività. Lo “smart worker” infatti non è costretto a legarsi ad un preciso luogo fisico: per lavorare gli basta una connessione Wi-Fi. Per lo smart worker, inoltre, l’orario è autodeterminato: si lavora per obiettivi.

Diverse aziende in questi mesi hanno sperimentato quanto sia vantaggioso far lavorare i propri dipendenti da casa. Secondo alcune ricerche condotte dall’ Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, più del 50% delle grandi aziende ha sperimentato infatti un aumento della produttività del 5-6%.

Investire nel post covid in conclusione

Concludendo è evidente come tutte le società legate al mondo della digitalizzazione, dell’innovazione tecnologica e delle telecomunicazioni restano asset molto interessanti sui quali investire, sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario. Prima fra tutte Telecom Italia con il progetto di consolidamento di Telecom e Open Fiber.

I rischi non mancano

Certo, dinanzi a questo scenario non mancano i rischi. Si va dalla possibilità di nuove ondate (con conseguente ripristino delle misure restrittive) ai vari rischi degli scenari geopolitici (la crescente tensione tra Stati Uniti e Cina ma anche la crisi dell’Eurozona).

Il primo rischio nel post-COVID 19 è evidentemente quello di una nuova ondata di contagi. Ancora oggi ci si chiede se il distanziamento sociale consentirà di far ripartire più stabilmente le economie nazionali.

Una nuova crisi dell’eurozona

I Paesi dell’Europa meridionale, come l’Italia, hanno vissuto un decennio di crescita scarsa. Questa situazione di stallo si è banalmente tradotta in una crescente idiosincrasia nei confronti delle istituzioni europee, additate come maggiori responsabili. Purtroppo molte voci populiste hanno cavalcato questa insoddisfazione ed oggi la situazione potrebbe diventare sempre meno sanabile. Soprattutto alla luce degli inevitabili danni economici causati dalle crisi attuali. I Paesi europei più in difficoltà continueranno ad esserlo anche nel prossimo decennio. Una situazione che non cambierà nonostante i vari strumenti dispiegati (come il Recovery Fund).

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina

Manca poco alle elezioni presidenziali americane. Trump ha rafforzato la sua retorica comunicativa scagliandosi contro la Cina in maniera netta. Le relazioni tra le due potenze sono sempre più traballanti. E, se i sondaggi lo sosterranno,è possibile che Trump decida di inasprire ulteriormente i rapporti, con conseguenze imprevedibili.

La crisi nei mercati sviluppati ed in quelli emergenti

In tutto il mondo i governi sono intervenuti con particolare decisione a sostegno delle proprie economie. Ad esempio, tra i mercati sviluppati, quasi tutti i Paesi dispongono di infrastrutture istituzionali atte a monetizzare il deficit. E’ quindi evidente come, entro certi limiti, l’accumulo di debito non sia visto in modo eccessivamente preoccupante. Nei mercati emergenti la situazione di politica fiscale è sicuramente più seria. Deficit troppo ampi e l’impossibilità di fare affidamento sulla monetizzazione, potrebbero condurre all’impossibilità di rifinanziare il proprio debito. Come nel caso di Sudafrica, Brasile, Turchia e Colombia.