Warren Buffet: l’oracolo di Ohama

Warren Buffett, ricchissimo imprenditore americano,  è nato ad Omaha il 30 agosto del 1930 e, grazie alle sue capacità previsionali e gestionali in ambito finanziario, si è guadagnato il simpatico soprannome di  “Oracolo di Omaha”. Nella ormai famosa classifica di Forbes, è stato ad anni alterni l’uomo più ricco del mondo, contendendosi il primato con Carlos Slim Helù, Bill Gates ed Amancio Ortega di Zara. Al 2017, sempre secondo stime di Forbes, il suo patrimonio ammonterebbe a circa 75 miliardi di dollari.

Presentato come “the legendary investor”,Buffet ha una storia molto interessante. All’età di 17 anni, è già in grado di vendere la sua prima attività ottenendo del profitto: cede ad un veterano di guerra i tre biliardini che aveva comprato e posizionato in tre diversi negozi di barbieri, guadagnando 1200 dollari. Nel frattempo fa diversi lavoretti che gli consentono di accumulare i suoi primi risparmi. È l’inizio della sua fortuna. Laureatosi alla Columbia Business School, nel 1951 (dopo non essere stato accettato dalla Harvard Business School) fonda la Buffett Partnership, un fondo d’investimento con il quale ha gestito i patrimoni di amici e parenti acquisendo importanti partecipazioni in colossi come Coca Cola, Gillette, McDonald’s, Kirby Company e Walt Disney. Nel  1962, fonde la Buffet Partnership con una società tessile quotata: la Berkshire Hathaway.  Cinque anni più tardi rileva due compagnie assicurative: la National Fire and Marine Insurance Company e la National Indemnity Company. Nel 1985 la holding Berkshire Hathaway ha abbandonato il settore tessile per dedicarsi esclusivamente a quello assicurativo ed oggi è la più grande compagnia d’assicurazioni a livello mondiale, dopo la svizzera Swiss Re e la tedesca Munich Re.

Conduce una vita semplice e vive ancora nella sua casa del 1957, con uno stipendio annuo di 100.000 dollari. Risponde personalmente al telefono ed usa i mezzi pubblici per muoversi. Notevole la sua attività filantropica, il più delle volte svolta attraverso la Gates Foundation. E’ sua la più grande donazione mai realizzata nella storia, che rende Buffet uno dei maggiori leader del filantropismo capitalista.

Il 13 aprile 2012, ha comunicato agli azionisti della Berkshire Hathaway di essere malato di cancro alla prostata, anche se questo non gli ha impedito di continuare la propria attività lavorativa. Infatti recentemente, con un’alleanza senza precedenti, Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan hanno deciso di affrontare il problema della sanità nazionale statunitense. I tre marchi daranno vita ad una società indipendente che avrà la missione esplicita di ridurre gli oneri assistenziali a carico dei dipendenti e migliorare i servizi. Una no-profit dedicata soprattutto allo sviluppo ed all’utilizzo di tecnologie in grado di aumentare la trasparenza e semplificare i servizi medici statunitensi.

Buffett è uno degli uomini più ricchi del Mondo proprio perché sa come investire. Imparare ad investire come lui è possibile ma non è certo agile. Anche se Buffett non ha mai dettato delle regole o dei parametri da seguire, in questo articolo condivideremo alcuni parametri ed indicatori che tutti gli investitori dovrebbero conoscere nell’approccio al mercato azionario stando alle sue interviste, ai comunicati stampa ed alle dichiarazioni pubbliche.

  1. Il rapporto utili per azione di per sé non è considerato da Buffett come un indicatore affidabile: Buffett preferisce considerare le aziende che hanno mantenuto nel tempo un buon e costante ritorno sul capitale investito. Decidere se trattenere gli utili o restituirli agli azionisti secondo Buffett è un esercizio di razionalità molto importante da parte del management di un’azienda.

2.”one dollar for one dollar”: E’ fondamentale che l’impresa abbia veramente aumentato nel tempo i guadagni dei propri azionisti. Secondo Buffett sono da considerare quelle aziende che per ogni dollaro trattenuto abbiano creato almeno un dollaro di maggiore capitalizzazione di mercato del titolo.

  1. Al momento dell’acquisto, la quotazione deve essere almeno il 25% inferiore al valore intrinseco: Calcolare il valore dell’azienda è tanto difficile quanto è difficile inserire le giuste variabili. Ovviamente un errore nelle stime può vanificare il risultato dell’investimento ma Buffett usa il suo “margine di sicurezza” del 25% per ridurre questo rischio. Se ad esempio la stima sarà sbagliata del 10% in eccesso, Buffett manterrà un ritorno comunque adeguato. Se, invece, la stima dovesse rivelarsi corretta (o sbagliata per difetto) il ritorno sarà straordinario.
  2. I manager devono saper convertire le vendite in profitti: Si tratta essenzialmente della capacità di contenere i costi. Sono da considerare interessanti le aziende che negli anni hanno sempre mantenuto un livello accettabile di utili sul fatturato.
  3. Un buon business deve essere in grado di guadagnare un buon ritorno senza l’aiuto della leva dei debiti: le imprese, infatti, possono aumentare il loro ritorno sui mezzi propri aumentando il loro rapporto tra il debito di lungo periodo ed i mezzi propri. Le imprese da considerare sono quelle in grado di avere un buon ritorno senza l’impiego di una grande quantità di debiti.

Si tratta di regole molto impegnative da rispettare, e soprattutto basate su indicatori e variabili difficili da tenere sotto controllo. Lavorare come Buffet richiede un grande controllo ed quantità di dati sulle aziende monitorate, anche in serie storica. L’investimento sulle singole azioni per avere successo nel tempo richiede un grosso sforzo di controllo e di analisi. Possiamo quindi dire che, senza ombra di dubbio, Buffett è diventato l’investitore n°1 al Mondo perché non ha lasciato nulla al caso.