I grandi del trading: Paul Tudor Jones

Mentre i gestori di tutto il Mondo (soprattutto quelli statunitensi) si disperavano dopo il crollo di Wall Street del 19 ottobre 1987, Paul Tudor Jones vide crescere il suo fondo d’investimento (Tudor Futures Fund) del 62%. Uno dei tanti successo di questo eccezionale trader che possiamo considerare uno dei più giovani e famosi gestori di Wall Street.

E’ il 1984 quando Paul Tudor Jones crea il fondo di investimento che porta il suo nome, Tudor Futures Fund, con un capitale gestito di circa 1,5 milioni di dollari. La sua carriera inizia come broker e dopo un paio d’anni di lavoro riesce a guadagnare commissioni totali per oltre un milione di dollari. Nell’autunno del 1980 decide di diventare un floor trader (operatore abilitato a scendere nel parterre di Borsa) sul mercato del cotone realizzando una performance guadagnando memorabile guadagnando in pochissimo tempo diversi milioni di dollari. E’ stato suo zio, un operatore professionista, ad avergli insegnato come operare sui mercati e che il mercato alla fine va dove deve andare, senza che nessuno possa determinarne il trend. Dal 1987 Jones non accetta più investimenti nel fondo e procede di anno in anno in rimborsi obbligatori, per evitare che la massa gestita possa intaccare la performance. La sua strategia di gestione può essere definita “difensiva” eppure negli ultimi cinque anni gli ha consentito performance superiori al 100% annuo.

Nonostante la sicurezza ostentata Paul Tudor Jones è un trader che non sottovaluta i rischi: per lui perdere fa semplicemente parte del gioco: il mercato ha sempre ragione, è il trader che deve saper riconoscere i propri errori.

“Questa professione richiede la capacità di subire forti sbalzi emotivi, e in molti casi bisogna saper sopportare l’evidenza di un errore”.

Come dice Jones, un trader deve saper accettare ed imparare dai propri insuccessi più che dalle posizioni vincenti. E fu proprio un errore di spavalderia a modificare la sua strategia operativa, facendogli realizzare che rischiare tutto in una singola operazione è un errore grossolano. La disciplina è un’arte essenziale per il successo di un buon trader così come saper gestire il denaro. Ora quando una posizione inizia a perdere Jones non fa altro che chiuderla ed aprirne un’altra. Il suo pensiero è sempre rivolto alle potenziali perdite piuttosto che ai guadagni ipotetici e questo fa si che riesca a fissare dei livelli di prezzo a cui chiudere senza ripensamenti le posizioni che risultano essere in perdita. In genere non permette che il capitale gestito perda più del 10% in un singolo mese, in modo da avere la tranquillità di poter essere sempre in grado di recuperare.

Molto semplicemente, Tudor Jones segue una serie di regole:

1. Non fare mai media dei prezzi con titoli in perdita

2. Diminuire l’operatività nei periodi in cui le cose non girano per il verso giusto

3. Non operare quando non si è sicuri di poter controllare la situazione

4. Chiudere la posizione ogni qualvolta le perdite diventano rilevanti

5. Non preoccuparsi del prezzo che si apre una posizione, ma cercarti solo di essere sicuro della tendenza

6. Operare in modo difensivo, non offensivo: in questo modo sarà più facile uscire al momento giusto

7. Non eccedere in sicurezza e mettere da parte il proprio ego ammettendo i propri errori e cercando di porvi rimedio

Quello che fa di Tudor Jones un trader diverso dagli altri è la sua capacità di rimediare tempestivamente agli errori: riuscire a cambiare posizione sull’intero mercato in poche ore è molto più facile a dirsi che a farsi ma lui ci riesce. Un altro elemento distintivo della sua operatività è rintracciabile nella sua capacità di realizzare le perdite: molti altri gestori, invece, non riescono proprio ad accettare gli errori.

Tudor opera molto sulla base del proprio istinto eppure non disdegna alcuni trading system da lui stesso elaborati. All’inizio della sua carriera, nonostante i notevoli successi, le performance di Paul Tudor Jones erano volatili: nonostante gli ingenti guadagni le perdite erano comunque rilevanti. Oggi la sua strategia si basa interamente sul controllo del rischio: non pensa a quanto potrebbe guadagnare, ma solo a quanto potrebbe perdere. La strategia operativa di Jones ci insegna quindi a giocare sulla difensiva in maniera intelligente, il che non comporta necessariamente una performance modesta.